sabato 20 ottobre 2007

I Gulag di Stalin

Crollato il comunismo in URSS nel 1989, venne fondato il Centro di Ricerca di Mosca per scoprire le vittime dei gulag (campi d'internamento del regime). Il momento di maggior repressione avvenne nel 1937 e durò due anni. Due milioni di persone vennero arrestate ed inviate nei gulag, tra queste, 200 mila furono uccise tramite fucilazione. Ancora non è conosciuta la motivazione per la quale Stalin, che era potentemente insediato a capo del Paese, scatenò questo sterminio. Negli anni '70 alcuni dissidenti iniziarono a raccogliere le testimonianze dei familiari e dei pochi sopravvisuti per cercare di ricostruire la storia di queste persone. Vennero stampati dei fogli clandestini i "Samisdat" che furono fatti circolare nel Paese. Poi a partire dal 1989, si cercò anche di raccogliere, come testimonianze, gli oggetti che erano stati trovati nei gulag. La nuova Russia, con una legge del 1991 reintegrò come innocenti tutte le vittime del terrore comunista che avevano subito arresti ed uccisioni dal 1917. Negli anni '60 e'70 diminuirono gli internamenti nei gulag e le esecuzioni, ma gli intellettuali cominciarono ad interrogarsi, su cosa era successo? Il Centro di Ricerca potè finalmente consultare anche i documenti del KGB e seguire gli itinerari delle vittime. Gli arrestati dovevano firmare il loro atto di accusa. In caso contrario venivano torturati. Non si conoscono i dati dal 1917 al 1920, mentre dal 1921 al 1953 (anno della morte di Stalin), 13 milioni di persone furono internate nei gulag e 750 mila fucilate. La stragrande maggioranza degli internati morì per le terribili condizioni dei lager. Nei due anni della grande repressione (1937-39), su 2 milioni di persone, 110mila facevano parte della classe dirigente del partito e dell'esercito. Per i condannati comuni si creava una troika di tre persone del luogo (il segretario del partito, del servizio segreto e il procuratore) che emettevano un giudizio di colpevolezza su elenchi di nomi, i processi in questo caso non avvenivano. Mentre per la classe dirigente si svolgevano processi di dieci minuti per persona, davanti alla Corte Suprema o alla Corte Militare.

sabato 2 giugno 2007

Napoleone e la Chiesa

Nel giugno del 1800, Napoleone, per consolidare il suo potere politico, vuole iniziare un dialogo distensivo con la Chiesa ed i suoi primi approcci avvengono con il clero di Milano, poi in seguito continuerà con il Papa. Il 15 giugno 1801 conclude il Concordato con Pio VII. Questo Concordato per la Chiesa è importante per poter riassorbire tutte le spinte troppo progressiste o reazionarie che cercavano di allontanarsi dal potere centrale di Roma, dopo gli sconvolgimenti politici avvenuti sia con la rivoluzione francese che con la conquista da parte di Napoleone di molti Stati europei. Per l'imperatore una pacificazione religiosa era conseguentemente un rafforzamento del suo potere. A partire dal 1805 ci sono delle resistenze della Chiesa che si rifiuta di nominare alcuni vescovi voluti da Napoleone e non riconosce i nuovi re, come Murat a Napoli e Giuseppe (fratello dell'imperatore) in Spagna. E' contraria anche al nuovo catechismo imperiale voluto da Napoleone. Nel 1809, Roma viene occupata dai francesi e viene condotta una politica contraria alle Congregazioni Religiose ed inoltre Napoleone vuole controllare l'insegnamento religioso nelle scuole. Dopo la caduta dell'imperatore francese nel 1815, la chiesa farà un nuovo Concordato con la nuova Monarchia francese, retta da Luigi XVIII nel 1817.

giovedì 3 maggio 2007

La situazione degli Stati europei conquistati da Napoleone

ITALIA
Napoleone giunse in Italia nel 1796 e negli anni seguenti i diversi Stati della penisola vennero ridisegnati. Il Piemonte, la Liguria, lo Stato Pontificio e la Toscana furono direttamente annessi alla Francia. Il nord sino alle Marche costituì a partire dal 1805 il Regno d'Italia che comprendeva circa un terzo dell'intera penisola. Il Regno delle Due Sicilie si trasformò nel Regno di Napoli, retto da Gioacchino Murat, cognato dell'Imperatore.
OLANDA
Venne incorporata nella Francia dal 1810 al 1814. Nel 1806 un fratello di Napoleone (Luigi) fu messo sul trono. La leva obbligatoria non fu ben accettata.
BELGIO
La Francia lo annesse dal 1796 al 1814. Il Paese aveva due etnie, i valloni (francesi) ed i fiamminghi (tedeschi). La maggioranza della borghesia fu favorevole alla Francia, poichè intravide nel futuro la possibilità di creare uno Stato autonomo e ciò in effetti avvenne nel 1830. Prima dell'arrivo di Napoleone questo territorio era una provincia dell'impero asburgico.
GERMANIA
All'arrivo delle truppe francesi, questo Paese era composto da diversi Stati. Il più importante era la Prussia. Napoleone li unificò, con l'esclusione di quest'ultima, creando la Confederazione del Reno che sarà subordinata alla politica francese. Questa Confederazione fu sopratutto una spina nel fianco per l'Austria e la Prussia. Molte riforme vennero introdotte sopratutto in Baviera.
SPAGNA
Fu invasa nel 1808 ed avvenne una grande resistenza del popolo contro i francesi. Si svolse per diversi anni un'aspra lotta di guerriglia. I deputati spagnoli riunitisi a Cadice nel 1810 non accettarono il fratello di Napoleone, Giuseppe, come loro nuovo re, mentre il legittimo erede era prigioniero dell'Imperatore francese. Nel 1812 buona parte del Paese fu riconquistata dagli spagnoli e venne promulgata la Costituzione di Cadice, ispirata a principi liberali.
POLONIA
Per questo Paese, Napoleone è un mito, poichè gli portò l'indipendeza dalla Russia. Nell'inno polacco ci sono queste parole: "Napoleone ci ha mostrato come restare uniti". Anche dopo la caduta di Napoleone, questo Paese resterà sempre legato alla Francia.
SVIZZERA
L'impronta napoleonica si fece sentire dal 1798 al 1813. Il suo arrivò evitò una guerra civile. Nel 1803 venne introdotta una Costituzione molto valida. Il Vallese e Ginevra furono annessi alla Francia e Neuchàtel venne concessa al maresciallo Bertier.

domenica 15 aprile 2007

Il primo Esercito Italiano nasce sotto Napoleone

Alla fine del 1802 si costituisce la Repubblica Italiana che deriva dalla Cisalpina che contava un esercito di 14.000 uomini. Melzi d'Eril è vicepresidente ed il comandante militare è il generale Teulié. Nel 1805 la Repubblica Italiana si trasformerà in Regno d'Italia e comprenderà circa un terzo dell'Italia attuale. Si introdusse la coscrizione obbligatoria per tutti i maschi dai 21 ai 25 anni. Se si pagava 1000 lire era possibile ottenere l'esenzione, (una maestra guadagnava 250 lire all'anno). La pena per la diserzione era di tre mesi di carcere ed il servizio militare durava quattro anni. Nel primo anno avrebbero dovuto prestare servizio militare 18.000 uomini, ma soltanto 3000 si presentarono. Vennero decise misure molto dure e nel 1806 si riuscì ad arruolare 16.000 uomini. Si costituì la guardia d'onore che era composta da figli di famiglie nobili o benestanti, mentre i figli della piccola borghesia potevano anche arrivare a prendere i gradi da ufficiale. Nel 1812 l'esercito contava circa 70.000 uomini e 30.000 vennero mandati a combattere in Russia e ne ritornarono soltanto 1000. In Spagna ne vennero invece inviati 27.000 e ne tornarono 9000. Sullo sfondo di questo primo esercito italiano cominciò a nascere sopratutto tra gli ufficiali un sentimento nazionale. Infatti quando, dopo la caduta di Napoleone, ritornarono gli austriaci, in molti reparti nacque una resistenza per i nuovi venuti e molti non vollero essere riassorbiti nell'esercito austriaco. Vi furono ammutinamenti e le bandiere vennero bruciate per non consegnarle al nuovo vincitore ed alcune coccarde austriache che dovevano sostituire quelle tricolori vennero calpestate.

martedì 10 aprile 2007

I francesi che combatterono con i tedeschi nella seconda guerra mondiale

La Francia venne occupata dall'esercito tedesco nel giugno 1940 e ci rimase sino all'agosto del 1944. Nella parte sud del Paese, dopo l'armistizio chiesto dal maresciallo Pétain, si instaurò il governo di Vichy, con a capo lo stesso maresciallo. Tutto il resto del territorio, più della metà della Francia, restò sotto il controllo diretto dei tedeschi. A Parigi venne fondata il 7 luglio 1941, "La Légion des Volontaires Francais" che portò a combattere con l'uniforme tedesca ed un piccolo scudo con i colori della bandiera francese cucito sulla manica destra della giacca, 2400 uomini sul fronte russo nel dicembre 1941. Dopo furiosi combattimenti e forti perdite, venne ricostituito un contingente di 2700 soldati nel 1942. Questi uomini si batterono sino al giugno del 1944, dopodichè i superstiti rimasti vennero assorbiti nella divisione delle SS francesi che era stata fondata con circa 1500 volontari nel 1943. La nuova formazione venne chiamata "SS Charlemagne" e poteva contare su circa 7000 unità, che provenivano oltre che dalle SS francesi e dalla Légion des Volontaires Francais anche da altre forze tra cui la principale era la Milizia, corpo militarizzato d'estrema destra. Dopo numerosi combattimenti contro i russi che avanzavano verso il cuore della Germania, i superstiti della "SS Charlemagne" resteranno a difendere gli ultimi palazzi di Berlino, tra cui quello della Cancelleria (tempio del governo hitleriano), sino al 2 maggio 1945, data dell'ultimo e vittorioso assalto russo.

martedì 13 marzo 2007

La nascita dei giornali in Europa

I primi appaiono verso la fine del 1500 e l'inizio del 1600 in Paesi dove la stragrande maggioranza della popolazione è analfabeta. Trattano sopratutto di letteratura e poichè le poche scuole esistenti venivano gestite da ecclesiastici, saranno quasi tutti stampati da loro. Dalla metà del settecento si creano per i pochi lettori, periodici che si occupano di leggi, scienze naturali, chimica, zoologia, medicina e moda. In Inghilterra dove vige una certa libertà di stampa se ne stampano di più rispetto agli altri Paesi. Un famoso giornale di questo periodo è "Il Caffé" che veniva stampato a Milano. Una rottura con il passato avviene durante la rivoluzione francese del 1789, poichè la stampa diventa libera e migliaia di opuscoli e giornali vengono alla luce. Da questo momento, nonostante negli anni successivi ritornino governi autoritari in Europa, i giornali diventeranno sempre più importanti sia come strumento politico che come informazione sugli avvenimenti che avverranno intorno a noi. Molte volte verranno chiusi per le censure ed in alcuni casi i loro direttori arrestati. I giornali venivano acquistati per abbonamento o in circoli e botteghe. Tra i più importanti negli Stati Italiani preunitari vanno citati: "Il Risorgimento" di Cavour che arriverà a stampare 1500 copie in Piemonte, dove esisteva una certa libertà di stampa dal 1848 ed "Il Politecnico" di Carlo Cattaneo che trattava di studi sulle moderne tecnologie e veniva stampato nella Milano del Lombardo-Veneto.

martedì 20 febbraio 2007

L'Italia e la conquista dell'Etiopia nel 1935-36

La guerra d'Etiopia dura sette mesi dall'ottobre 1935 all'aprile 1936. La guerra viene condotta con mezzi all'avanguardia per l'epoca contro un paese di circa 10 milioni d'abitanti che per il 90% è contadino e per l'80% analfabeta. L'Italia schiera 400.000 soldati (di cui 150.000 miliziani del partito fascista), 450 aerei, molti mezzi automobilistici che trasporteranno per intero le truppe. Le basi logistiche diventano le nostre colonie della Somalia e dell'Eritrea. Assieme agli italiani combattono: 60.000 eritrei, 20.000 somali e 12.000 libici. Contro queste forze si trova l'esercito etiopico di 200.000 uomini armati solo di fucili, scarsi sono i mezzi motorizzati. L'esercito italiano usa in grande quantità l'iprite, gas velenoso. I costi di questa guerra di conquista diventano enormi. Si pensi che negli anni '30 le spese totali dell'Italia erano di 25.000 miliardi annui, mentre dal '35 al '40 raggiungono i 60.000 miliardi. Escludendo pure i costi per la guerra spagnola (1936-39) di 10.000 miliardi annui, si raggiungono comunque i 50.000.
La guerra viene appoggiata dagli intellettuali quali D'annunzio, Martinetti ed Oliari, mentre anche gli ambienti antifascisti moderati l'approvano. Nonostante la vittoria di Badoglio nel 1936, diverse zone del paese sono ancora controllate dai partigiani etiopici. Contro queste bande vengono inviati gli ascari (soldati eritrei al servizio dell'Italia).

sabato 3 febbraio 2007

I soldati lombardo-veneti nell'esercito austriaco

La popolazione lombardo-veneta è costituita da circa cinque milioni di persone e fornisce all'esercito austriaco circa sessantamila uomini. Tutti i giovani dai 20 ai 26 anni vengono chiamati alle armi. Ne sono esenti i figli unici, gli ecclesiastici e tutti quelli che non arrivano a misurare m.1,58 d'altezza. Si può però evitare di fare il servizio militare pagando 1500 fiorini (cifra abbastanza onerosa). Normalmente è il governo che provvede a fornire un sostituto con il reingaggio di un altro soldato o sottoffuciale giunto al termine del servizio. Il sostituto riceverà i 1500 fiorini a fine servizio ma, nel frattempo gli viene versato il 5% annuo di interessi.Il servizio dura ufficialmente otto anni, ma per ragioni di costi dopo circa due o tre anni si viene congedati. La fanteria si compone di 62 reggimenti, di cui otto arruolati nel Lombardo-Veneto, mentre in cavalleria sono costitui da italiani l'8° dragoni e l'11° ulani. Nella guerra del 1859 contro i franco-piemontesi furono impiegati il 45° arciduca Sigismondo a Magenta con scarsi ritultati, mentre il 16° Wehrnardt si batterà molto bene e con grande coraggio a Solferino.

martedì 30 gennaio 2007

Come nasce la bandiera italiana

Napoleone arriva a Milano il 10 maggio 1796, dopo aver sconfitto l'esercito sardo e quello austriaco. Lo stesso Napoleone costituisce la Legione Lombarda che conta 3471 volontari. Questo corpo adotta uno stendardo tricolore sul modello francese del 1790, col verde al posto del blu. Poco dopo si forma la repubblica Cispadana a Reggio Emilia (composta dalle città di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio), la quale sceglie come propria bandiera il tricolore, ma a strisce orizzontali. Nel 1798 si costituisce la Repubblica Cisalpina che fonde i territori della predetta Repubblica Cispadana con la Lombardia e Milano ne diventa la capitale. La bandiera ufficiale mantiene sempre i tre colori, ma essi ritornano in posizione verticale. Ufficialmente la nostra bandiera è nata. Con l'Unità d'Italia compiuta da parte del Piemonte nel 1861, la bandiera contiene nel centro lo stemma dei Savoia che resta sino al 1946, quando nel referendum popolare la maggioranza degli italiani sceglie la Repubblica.