venerdì 22 dicembre 2006

L'Università di Pavia nel periodo del Lombardo-Veneto

Quando giunsero i francesi nel 1796, anche l'Università di Pavia s'infiammò per le nuove idee e passioni politiche. Le nuove autorità eliminarono la facoltà di teologia. Gli esami d'ora innanzi saranno tenuti in italiano, mentre prima si svolgevano in latino.
Dopo la caduta di Napoleone, a partire dal 1815 Pavia entrerà a far parte del nuovo Stato, il Regno del Lombardo-Veneto paese satellite del grande impero austriaco. Le facoltà erano tre: medicina, filosofia e matematica ed i corsi duravano quattro anni. L'Università aveva un direttore responsabile ed un decano (il più anziano dei professori), quest'ultimo aveva il compito di amministrare l'Istituto. I docenti erano suddivisi in tre categorie ed avevano diritto alla pensione. Nel 1821 l'Università contava 893 studenti e la maggior parte veniva da Milano. Alcuni arrivavano dal Tirolo ed al Canton Ticino. Per fare un esempio a quel tempo andare da Pavia a Mantova costava 42 lire (lo stipendio di un impiegato).
Dopo le Cinque Giornate di Milano (18-22 marzo 1848), per motivi di sicurezza politica l'Università venne chiusa per alcuni anni. I figli della nobiltà e dell'alta borghesia per non perdere gli anni di sudio si prepararono privatamente e dettero gli esami, quando l'Università riaprì.

2 commenti:

il turco ha detto...

molto interessante la notizia sulla chiusura dopo i moti del 48. E' nota la data esatta di chiusura e quella di riapertura?

Alberto Brambilla ha detto...

La riapertura dell'Università di Pavia avvenne parzialmente nel 1850
ed in via definitiva nel 1851.