lunedì 18 dicembre 2006

MASSIMILIANO D'ASBURGO - Arciduca d'Austria e Imperatore del Messico

La pagina introduttiva del mio suddetto libro è la seguente:
Massimliano Ferdinando d'Asburgo, fratello minore di soli due anni dell'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe sarà, per carattere, completamente diverso dal primogenito.
Gioviale e ben predisposto verso le bellezze della natura, estimatore delle arti e della poesia che lui stesso praticava, aveva nella sua aperta fantasia i pregi ed i limiti della propria personalità. Francesco Giuseppe, invece, più concreto e realista, dovrà affrontare il carico dell'impegno dinastico che durerà per sessantotto anni (1848-1916).
Massimiliano, secondo per nascita nella gerarchia della Casa d'Austria, cercherà nelle due occasioni che gli si presenteranno, il Governatorato del Lombardo-Veneto (1857-59) e quella ancora più prestigiosa di imperatore del Messico (1864-67), di riscattare la sua posizione dinastica e di poter applicare al meglio, tramite la sua azione di governo, le proprie inclinazioni riformatrici.
Sarà proprio in Messico che le speranze e le facili illusioni di Masimiliano si scontreranno con la realtà difficile del paese, coinvolto inoltre in una guerriglia tenace ed implacabile.
Il mattino del 19 giugno 1867 Massimiliano, con due suoi generali, verrà fucilato sulla collina "Cerro della campana", che si trova a pochi chilometri dalla città di Queretaro.
Il capo della guerriglia, l'indio Benito Juarez, non fece sconti e, del resto, in una guerra spietata che non prevedeva prigionieri, chi perde paga con la vita.
Si concludeva così l'esistenza di Massimiliano e credo che alcuni versi di una sua poesia possano rappresentare al meglio la sua tragedia:
"non voglio morire in una valle
lo sguardo estremo ostacolato da limiti:
vorrei morire su una montagna
in un tramonto d'oro"

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